10 Novembre 2025
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L’acquedotto de Laroma e la bella fontana di Sobborgo Garibaldi

Oggi 21 luglio 2025, pubblichiamo un articolo che riguarda un altro acquedotto desueto, che fu rifatto negli anni 80 e mai utilizzato, affinchè i cittadini di Casoli, possano conoscere la sua storia. L’articolo vuole mettere in evidenza anche la necessità di valorizzare la “Fontana della Roma”

A parlarcene è l’ing, Gilberto Di Florio, che l’altra volta ci raccontò la storia dell’acquedotto Maiella, una condotta nuova, che però Casoli non ha mai utilizzato dalla sua costruzione, mentre Palombaro sì ed è per questo che lì l’acqua c’è sempre, anche quando la SASI interrompe la fornitura del servizio idrico.

Questa volta, parleremo dell’acquedotto de “Laroma” e della “Fontana della Roma” (in dialetto “La fonte de la Rome“) che si trova in Sobborgo Garibaldi. Acquedotto e fontana, furono costruiti dai nostri avi, soddisfacendo le esigenze del paese per oltre un secolo, ma che purtroppo oggi sono abbandonati ad un triste destino.

Ecco il racconto dell’Ing. Gilberto Di Florio inerente la sorgente de Laroma e l’antica fontana chiamata in dialetto “La fonte de La Rome”. Un focus sull’utilizzo dell’acqua che si faceva in passato e sul triste epilogo che si è avuto fino ai giorni nostri.

La sorgente de Laroma, nasce alla base di un terreno ghiaioso – ci spiega l’ing. Gilberto Di Florio iniziando il suo racconto – che copre tutta la contrada del Piano Laroma. L’acqua di pioggia, filtrando attraverso di esso, viene “restituita” a valle in una sorgente che emerge, a cielo libero, laddove la coltre di ghiaia termina sulla soglia di uno strato impermeabile di argilla.

Al confronto, quella che beviamo oggi, – dice ancora Di Florioovvero l’acqua  del Verde, essendo captata alla base della montagna e attraversando notevoli banchi di roccia, si “carica” purtroppo di calcare, risultando per tale motivo più “saporita”, ma anche molto ricca di calcio, a scapito della funzione dei nostri reni.”

Quest’acqua di Laroma, – spiega ancora Di Florio – fu captata e convogliata in tubi fino a Casoli e veniva considerata di buon pregio perché, essendo lo strato di “filtraggio” modesto, conservava la sua buona qualità come incontaminata acqua di pioggia. E’ stata utilizzata per parecchie generazioni, specialmente negli anni 50, quando veniva a mancare quella della Maiella ed a noi giovinetti toccava il pericoloso approvvigionamento con fragili bottiglioni.”

Ma dove avveniva questo approvigionamento in paese e in che modo si utilizzava l’acqua?

In Sobborgo Garibaldi, c’era e c’è ancora, – ci dice l’ingegnere – un ampio lavatoio pubblico che soddisfaceva le necessità igieniche delle famiglie. Come nota storica riporto che erano frequenti le liti, anche piuttosto animate, tra le lavandaie, perché volevano tutte i primi posti dove arrivava la prima acqua pulita delle “cannelle”, perché ovviamente, chi stava a valle doveva usufruire di quella già utilizzata dallo “sciacquio” delle capofile.

Negli anni 80, – continua Di Floriol’allora assessore ai lavori pubblici, pensò di rifare una captazione moderna per portare più acqua nel nostro abitato, così incaricò un tecnico forestiero, il quale dopo aver redatto il relativo progetto, ne curò anche la direzione dei lavori, facendo costruire un cunicolo dentro il terreno, per andare in profondità ad attingere maggior acqua e creando anche una piccola vasca di decantazione prima di immetterla nella condotta.

Eravamo alla metà degli anni 80ci spiega ancora l’ingegnere – e poiché era stata da poco approvata una nuova normativa per le opere idrauliche, l’Ufficiale Sanitario di allora, pretese il prelievo dell’acqua alla sorgente per far effettuare da un laboratorio le prescritte analisi necessarie per stabilirne la qualità. La certificazione sentenziò che essa era inquinata da nitriti, nitrati, fosforo e potassio in copiosa quantità per cui non era più potabile.

Perchè l’acqua dell’aquedotto de Laroma negli anni 80 risultò non potabile?

Negli anni 80, – dice Di Florio – come già specificato nel precedente paragrafo, l’acqua risultò dalle analisi non potabile. Cos’era successo? Presto detto. Tutte le coltivazioni moderne, per la quasi totalità ad uliveto, che occupano tutto il Piano Laroma sono sistematicamente concimate con prodotti per lo più azotati, a fine di avere una buona resa di olio. Questi componenti filtrano attraverso il banco di ghiaia e vanno ad inquinare la falda dell’acqua.”

Ovviamente non c’è rimedio, – spiega l’ingegnere – perché non si può imporre ai contadini di abbandonare tali ricche coltivazioni estese per centinaia di ettari, il cui ottimo olio è prodotto e commercializzato anche dalla cooperativa olivicola presente nella contrada stessa. Quindi, dobbiamo solo rassegnarci ad aver perso per sempre questo nostro prezioso approvvigionamento di acqua

Una considerazione tecnico-economica è doverosa – conclude l’ingegnere – e ci dice che i sopraccitati lavori della nuova captazione, voluti dal nostro assessore, dovevano essere progettati e realizzati solo dopo aver opportunamente fatto eseguire i prelievi e le analisi all’acqua e non dopo aver speso inutilmente tante risorse pubbliche!

Com’è oggi la fontana?

Dalle seguenti immagini che pubblichiamo, si nota una bella fontana in muratura con mattoni pieni a faccia vista con 5 cannelle (quella centrale ha il mascherone), che servivano per l‘approvigionamento dell’acqua con le conche appoggiate sulla base in pietra che copre la vasca centrale. Ai lati, disposti simmetricamente, vi sono due abbeveratoi (oggi riadattati a fioriere) e sulla destra, c’è l’antico lavatorio in pietra, inserita in una struttura con coperta piana di epoca più recente. Questo tetto piano, all’inizio degli anni 90, ha subito una modifica da parte dell’allora architetto del Comune Mauceri Salvatore, consitente nella realizzazine di una struttura in legno con volta a botte incrociata, con le relative lunette rifinite in mattoni e con il sovrastante manto di copertuta in coppi. Allo stesso tempo, anche la facciata più lunga, ha subito delle modifiche, consistente nella chiusura grigliata in mattoni pieni, delle due ampie aperture ai lati della muratura centrale con l’apertuta ad arco.

Oggi la fontana è alimentata dall’acquedotto del Verde con acqua prelevabile dal rubinetto in ottone del mascherone centrale e, tutto il complesso, necessita di essere valorizzato come merita, con:

  • ulteriori lavori di manutenzione e riqualificazione;
  • regolare pulizia di tutte le parti del complesso fontana-abbevratoi-lavatoio;
  • installazione di cartelli informativi turistici (come è stato fatto in altri punti del paese), contenenti cenni storici e altre informazini che mettono in evidenza l’importanza dell’attività civica che si sviluppava anticamente intorno alla fontana e il ruolo dell’acqua come elemento fondamentale per la vita.

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