6 Ottobre 2024
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Le attività di spurgo della diga di Casoli

Il Comune ha espresso parere favorevole al progetto di gestione dell’invaso dell’ACEA, accompagnato da una Valutazione di Incidenza Ambientale, per le attività di spurgo da effettuare tramite lo scarico di fondo.

La diga del lago di Casoli, costruita negli anni ’50, ha un volume di circa 25 milioni di mc. E’ lunga 193 metri e alta 54 metri. Ha due scarichi: uno di superficie (costituito da uno sfioratore e un canalone con salto finale); e uno di fondo, posizionato sulla stessa sponda del canale di superficie. Per lo scarico di fondo della diga di Casoli e per quello della diga di Bomba, l’ACEA Spa, ha presentato, una Valutazione d’Incidenza Ambientale (V.Inc.A.) per l’individuazione di fattori di incidenza sugli habitat, sulle specie vegetali e faunistiche, determinati dalle attività di manutenzione di spurgo sistematico dello scarico di fondo.

Visto che la competenza della V.Inc.A, con l’entrata in vigore della LR 28 agosto 2012 n. 46, è stata trasferita ai Comuni, la valutazione di incidenza dei progetti e programmi, ora è di competenza comunale, per cui il parere viene espresso dai rispettivi Funzionari Responsabili, dopo l’esame della documentazione rilasciata dell’ACEA Spa.

Come indicato nel DM 30/06/2004, (Criteri per la redazione del Progetto di Gestione degli invasi), in conformità a quanto stabilito al comma 4, il progetto di gestione, prevede degli scenari per l’utilizzo degli scarichi di fondo in corrispondenza degli eventi di piena, in relazione alla possibilità di soddisfare le seguenti esigenze:

  • garantire la funzionalità degli scarichi di fondo a causa del verificarsi di fenomeni di interrimento;
  • ricostituire il trasporto solido a valle degli sbarramenti;
  • modulare le condizioni di deflusso a valle degli sbarramenti ricorrendo alle possibilità di laminazione dell’invaso.

In particolare, sono state previste delle attività di spurgo sistematico dello scarico di fondo durante gli eventi di piena, al fine di ripristinare la totale pervietà del manufatto, attualmente caratterizzato da depositi rilevanti davanti l’imbocco di scarico.

Le attività dovranno essere effettuate con la massima accortezza e operando, almeno nelle prime occasioni di spurgo, con portate e con durate più contenute rispetto a quelle attuabili per i bacini in oggetto, al fine di monitorare e valutare i possibili impatti ambientali di valle e prevenire eventuali condizioni di criticità legate alla manovrabilità delle paratoie di scarico e al franamento improvviso e incontrollato dei sedimenti nei pressi dello scarico di fondo.

L’attività di spurgo dello scarico di fondo della diga di Bomba non verrà svolta in concomitanza con le attività di spurgo previste nell’impianto di Casoli, almeno in occasione delle prime manovre, al fine di monitorare eventuali impatti ambientali associabili all’intervento del singolo impianto sul corpo idrico ricettore.

I volumi erosi stimati per i 9 scenari di calcolo individuati nella valutazione di incidenza ambientale dell’ACEA, comprensivi sia del materiale eroso davanti all’imbocco dello scarico di fondo, sia di quello presente nel tratto di raccordo fino all’ingresso nella galleria circolare, variano da un minimo di 75 mc ad un massimo di 1003 mc nel corso di 24 ore di apertura dello scarico di fondo

Il funzionario responsabile dell’Ufficio Tecnico del Comune di Casoli Arch. Marcello Di Toro, dopo aver esaminato la pratica inerente la Diga di Casoli, ha espresso parere favorevole al progetto di gestione dell’invaso per i seguenti motivi:

E’ emerso che l’incidenza rispetto agli habitat di interesse comunitario, presenti in prossimità delle aree di progetto, è da ritenersi non significativa data la temporaneità dell’operazione, la natura già alterata della condizione della matrice acquatica e le misure preventive che verranno adottate per ridurre al minimo l’impatto.
Per quanto attiene il comparto faunistico, nello specifico quello ittico e la lontra, il potenziale impatto è legato all’alterazione delle caratteristiche chimico-fisiche delle acque. L’analisi delle esigenze ecologiche delle diverse specie, ha evidenziato come la naturale alterazione dell’ambiente, legata alla condizione di piena, influisce sul comportamento dei popolamenti, portando alla ricerca di siti di rifugio più a valle, nelle aree più riparate del corso d’acqua. L’aumento della torbidità dell’acqua è una naturale conseguenza dell’aumento della portata del fiume, pertanto, l’alterazione legata alle operazioni di spurgo, non inciderà in maniera significativa sulle specie, date anche le misure di mitigazione quali l’apertura controllata dello scarico di fondo e il dilavamento tramite gli scarichi di superficie.

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