19 Aprile 2024
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Documetario sull’attività artistica di Peppe Candeloro

L’intervista è stata effettuata dallo studioso Angelo Iocco a Lanciano, presso l’abitazione dell’artista

Su Peppe Candeloro, pubblicammo già un’intervista a giugno 2021 (clicca), sempre effettuata a Lanciano da Angelo Iocco, in cui l’artista ricorda la sua infanzia trascorsa a Casoli (suo paese natio) parlando della seconda guerra mondiale e raccontando anche di aver visto, nel 1948, all’interno della chiesa di Santa Reparata, il prestigioso soffitto ligneo d’inizio ‘600 del Buzzacarino, rimanendo allo stesso tempo, molto colpito nel vedere uno squarcio al tetto con la sottostante porzione di soffitto sfondato, mentre tutto il resto era intatto.

L’artista abruzzese è nato a Casoli il 15 giugno del 1931. – scrive Angelo Iocco nel testo che precede il documentario realizzato in 4 parti – Uomo di talento precoce, dopo un iniziale disegnino nel 1936 in occasione della visita pastorale dell’arcivescovo di Chieti e dopo la seconda guerra mondiale, Candeloro studiò al liceo classico di Chieti, dove ebbe come professore di storia dell’arte il bibliotecario Francesco Verlengia; successivamente studiò da privatista alla scuola dell’Arte a Roma, ed in seguito andò ad insegnare nel paese abruzzese di Villa Santa Maria (CH), dove negli anni ’60 realizzò i suoi primi disegni a tempera, compreso un trittico per la chiesa di Sant’Antonio abate; a seguire, Candeloro si trasferì a Lanciano dove insegnò alla scuola media “Umberto I” e qui ebbe modo di esprimere la sua arte, in gran parte legata alla Fede Cattolica e agli episodi del Nuovo Testamento, dando risalto in particolare al Discorso della Montagna, al Battesimo di Cristo, alla Natività e ai presepi, per cui Lanciano era votata.”

Peppe Candeloro ricevette l’elogio di diversi critici – racconta ancora Angelo Ioccoper le sue iniziative di valorizzazione del patrimonio storico artistico, per delle innovazioni apportate nell’uso della tecnica dell’affresco e della tempera, in particolare nel 1988 ricevette l’elogio di un critico che si firmò come Marpanoza, che risultò poi essere Philippe Daverio, poi da Annigoni e infine da Gianluigi Colalucci, che negli anni ’90 curò il restauro degli affreschi della Cappella Sistina.

Negli anni 80, il Maestro Peppe Candeloro – continua l’autore del documentariofaceva realizzare presso la scuola Umberto I di Lanciano, delle bellissime pitture a muro ai ragazzi. Il Maestro fu anche artefice del cosiddetto Itinerario di Arte Sacra Lancianese, con delle pitture nella cappella maggiore della chiesa di Santa Chiara, ritraenti la processione del Giovedì e del Venerdì Santo, poi si prosegue nella chiesa di San Pietro con le vetrate policrome e la scena della Natività e del Diluvio Universale sulla controfacciata, e il grande affresco absidale del Discorso della Montagna. Anche sulla facciata di San Pietro ci sono due grandi ante bronzee con mistura di rame, ritraenti la Consegna delle chiavi a San Pietro e San Paolo nell’atto di evangelizzare (2007), opere fuse nella Fonderia Marinelli di Agnone. A San Bartolomeo la Consegna delle Chiavi in terracotta ed infine per concludere l’Itinerario, si arriva a Marcianese, dove Peppe realizzò tutti gli affreschi della chiesetta ottocentesca della Madonna delle Grazie, con scene di Cristo risorto, e del Nuovo Testamento, con particolare riferimento agli episodi dell’Ultima Cena e della Passione.

Nella nuova parrocchia di Maria SSMA delle Grazie, – conclude Angelo IoccoCandeloro realizzò l’affresco della Ianua Coeli, ossia la Madonna col Bambino in gigantografia tra due folle di fedeli e personaggi della Chiesa, come il Gran Sacerdote e Papa Giovanni Paolo II, e sotto i fedeli e la nuova chiesa inaugurata, in un dialogo perenne tra antico, le Scrittura, e la contemporaneità.

PARTE 1

PARTE 2

PARTE 3

PARTE 4

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